Camminata eretica

Vedo con piacere che il forum si sta animando. La camminata veloce non è una cosa poi così praticata… tutti ne parlano ma poi o finiscono per passeggiare o la considerano una attività per corridori in convalescenza. Però sono estremamente convinto che sia una attività ancora tutta da scoprire; se questo forum sta decollando un po' lentamente è anche perché siamo appena agli inizi di una nuova tendenza.

Per quanto riguarda me, ne ho fatto una scelta di vita ed ora vi racconto la mia tecnica di camminata... “eretica”.
Ognuno di noi è spronato dalle sue motivazioni, io fondamentalmente ne ho tre.
La prima è di rilassarmi all'aria aperta. Abito fuori città e non vedo l’ora di uscire a respirare l’aria libera tra i campi e le vigne.
La seconda è di mantenermi in salute. Ho cinquantasei anni e mi sono imposto di fare una vita sana.
La terza è che amo il contatto con la natura. Quando parlo di contatto intendo… in senso letterale. Amo il contatto con la terra, con l’erba, ma anche con l’asfalto e con la ghiaia.
Il mio percorso tipico è di circa 6 km attraverso la campagna, alternando asfalto, prati, strade sterrate, strade di ghiaia e salite, per un totale di 150 m di dislivello.
I miei tempi non sono da record, la mia velocità media varia tra i 6 e i 7 km, ma lo considero soddisfacente, tenendo conto del tipo di percorso non proprio scorrevole, dell’assenza di suole ammortizzanti e del proposito di fare una attività costante nel tempo.
Quando correvo andavo molto più veloce, ma alla fine mi infiammavo sempre qualcosa e dovevo restare fermo per settimane. Ora invece non mi ferma più nulla. Quest’anno ho già percorso quasi 700 km senza il minimo intoppo, mi sento in forma ed ho un bel po’ di fiato.
Potrei impegnarmi per andare oltre i 7 km/h? Forse ci arriverò (noto che poco alla volta la velocità aumenta da sé), ma per me non è così importante. Più del cronometro mi entusiasma un prato appena tagliato da poter attraversare, la terra che in primavera inizia a intiepidirsi, l’uva che matura nelle vigne, l’erba bagnata di rugiada, il vento, l’asfalto ancora caldo nelle sere d’estate.

camminata eretica' no, direi camminata di buonsenso e di grande soddisfazione.

Sabato stavo camminando in campagna  quando ho potuto fotografare questi ragazzi:



Ancora adesso mi riguardo la foto e ringrazio  Dio di essere a zonzo per poter vedere meraviglie del genere.!!!

Non riesco a vedere l'immagine. (Forse potresti a caricarla invece di lincarla).

adesso studio. pensavo di aver seguto le istruzioni di Marco

u009746 ha scritto:adesso studio. pensavo di aver seguto le istruzioni di Marco

no, funzioa perfettamente, secondo me...

fiuuu,

L’eresia non deriva solamente dal rinunciare alle calzature, ma anche al cronometro, al frequenzimetro, alle tabelle di allenamento a qualunque altra regola esterna impostata per fare del nostro corpo (noi!) una macchina.
Tra la passeggiata e lo sport c’è spazio per molto altro. C’è spazio per la ricerca del benessere e della salute, c’è spazio per liberare noi stessi ed esprimerci liberamente, ascoltando soltanto ciò che sentiamo dentro, che sia dalla mente, dal cuore, dal fiato, dalla pelle o dalle gambe.
Non sono sicuro di essere riuscito a spiegarmi, quel che voglio dire è che la camminata veloce può offrirci molto più che delle semplici prestazioni aritmetiche.

In linea di massima sono d'accordo, ma evidenzio che il migliorarsi sul tempo non solo fa bene ai vari apparati del nostro corpo, ma anche al tono dell'umore, in quanto "libera la mente" e attiva il c.d. "meccanismo della ricompensa".

Si è verissimo, quando il risultato c'è la gratificazione arriva e non è neanche sbagliato, ce la siamo guadagnata, basta non farne una tragedia nei momenti di stallo

squalo ha scritto:l migliorarsi sul tempo non solo fa bene ai vari apparati del nostro corpo, ma anche al tono dell'umore, in quanto "libera la mente" e attiva il c.d. "meccanismo della ricompensa".

Vero fino ad un certo punto.

La gratificazione non viene necessariamente dai tempi; può anche derivare dal senso di benessere fisico che se ne ricava durante e dopo l'uscita, dal piacere per la bellezza del paesaggio in cui ci si immerge, dal senso di libertà di lasciarsi per un po' alle spalle la routine e i tanti pensieri quotidiani immergendosi nella natura, dal potersi sedere a tavola senza troppi sensi di colpa... indipendentemente dal cronometro.

D'altra parte, non ci si può nemmeno illudere di migliorare all'infinito.
Quando le prestazioni si stabilizzeranno o peggioreranno un po' (prima o poi accadrà inevitabilmente), saranno proprio le prestazioni a diventare demotivanti e così si finirà per abbandonare tutto invece di farne una buona abitudine per la vita.

Distinguo fra quando mi alleno e quando giro per divertimento.

Nel primo caso i tempi sono una spia, mi spronano a migliorare, sono contento quando vedo che li faccio.

Arriverà, molto presto, il tempo in cui mi accontenterò di mantenerli o di farli decrescere il più lentamente possibile. Come già scritto ogni volta che riprendo dopo una lunga pausa è sempre più dura tornare ai vecchi livelli.

Ma comunque ci provo e mi diverto, sto bene anche se al posto di chiudere in due ore e 20 chiudo in due e 05.

Poi c'è la la passeggiata che sono certo pian pianino diventerà la parte maggioritaria se non unica delle mie uscite. Ben venga se non potrò fare anche altro.